CAP. 3 GRAFI AD ALBERO
3.1 Alberi regolari e irregolari.
Quando il problema presenta una serie di ipotesi, ciascuna delle quali produce ulteriori ipotesi, come accade spesso nei problemi sulla probabilità (non a caso definita "Ars conjectandi" da Jakob Bernoulli), è utile ricorrere ai grafi ad albero, di cui abbiamo visto un esempio nell'esercizio 1.1.
Si possono usare due tipi di albero: regolari o irregolari, i cui rami possono essere semplici o con pesi.
Esercizio 3.1 : Costruire il grafo relativo al lancio di tre monete ed esaminare i vari eventi.
Implementando l'esempio visto al paragrafo 1.1 con il lancio di una terza moneta, si ottiene ancora un grafo regolare con rami semplici.
| Il primo nodo produce i due rami T e C, da cui partono ulteriori coppie di rami. Per avere tutti i possibili casi del lancio di tre monete, si parte dalla radice (vertice superiore) e si percorre ciascun ramo fino alla base inferiore, leggendo le lettere che s'incontrano lungo il percorso.
Ad esempio, il primo ramo dà luogo all'evento TTT. Seguendo tutti gli otto percorsi, possiamo avere lo spazio campione, costituito da:
TTT, TTC, TCT, TCC, CTT, CTC, CCT, CCC. |
I rami del grafo hanno tutti lo stesso peso (in questo caso la probabilità), poiché i due eventi T e C sono equiprobabili. Per avere la probabilità di ciascun evento, basta calcolare il rapporto tra il numero di casi (rami terminali) favorevoli e il numero totale di casi, 8 in quest'esempio.
L'evento "escono tre teste" ha probabilità 1/8. Se volessimo "due teste, non importa in quale ordine", dovremmo considerare 3 casi favorevoli, e quindi p=3/8. L'evento "Esce almeno una testa" è l'evento opposto a quello "Escono tutte croci". Quest'ultimo ha probabilità p=1/8 e quindi la probabilità di avere almeno una testa è p=1-1/8=7/8.
Non sempre gli eventi sono equiprobabili.
Esercizio 3.2 Costruire il grafo relativo al lancio di puntine da disegno (vedi al § 1.2) e calcolare le probabilità dei vari eventi indicati in ciascun ramo terminale.
Abbiamo stimato che le probabilità dei due eventi "A : punta in su " e "B: punta in giù" sono rispettivamente all'incirca 0,6=3/5 e 0,4=2/5. E' come se su 5 puntine, 3 cadessero con la punta in su e 2 con la punta in giù.
| Anziché usare un albero che produce 5 rami ad ogni nodo (3 per l'evento A e 2 per l'evento B), si può utilizzare un albero dicotomico, raggruppando da una parte i 3 rami favorevoli all'evento A e dall'altra i 2 rami favorevoli all'evento B. Per evidenziare graficamente le diverse probabilità usiamo per i rami dell'evento A uno "spessore" maggiore rispetto a quelli dell'evento B. Inoltre indichiamo vicino ad ogni ramo le probabilità relative all'evento indicato dal ramo stesso. |
Si possono avere quattro eventi: AA AB BA BB. Per calcolare le probabilità di ciascun evento, non si può utilizzare il semplice rapporto tra il numero di rami favorevoli all'evento e il numero totale di rami, come nell'esercizio 3.1. La probabilità dei vari eventi si ottiene, in base alla formula (3) vista al § 2.2, moltiplicando le probabilità indicate lungo i rami che conducono all'evento considerato:
p(AA) = (3/5) × (3/5) = 9/25
| p(BA) = (2/5) × (3/5) = 6/25 |
p(AB) = (3/5) × (2/5) = 6/25
| p(BB) = (2/5) × (2/5) = 4/25 |
Il grafo del lancio di due puntine è ancora un albero regolare, poiché ogni nodo genera sempre lo stesso numero di rami, ma si tratta di un grafo pesato poiché ogni ramo ha un peso diverso, indicato dalle probabilità scritte vicino a ciascuno di essi. Si possono avere anche alberi irregolari, in cui i nodi producono un numero diverso di rami. Anche gli alberi irregolari possono essere semplici o pesati, a seconda che le probabilità dei vari rami siano tutte uguali oppure no.
Esercizio 3.3 Lancio una moneta. Se esce testa vinco. Se esce croce allora lancio un dado ed ho le seguenti possibilità:
A: Se esce il 6 vinco
B: altrimenti perdo.
| Analizziamo tutti i casi possibili indicando, per ciascuno di essi, la relativa probabilità. Il grafo è un albero irregolare pesato.
I casi possibili sono T, CA, CB. Le rispettive probabilità sono:
p(T) = 1/2
p(CA)= (1/2) × (1/6) = 1/12
p(CB) = (1/2) × (5/6) = 5/12 |
Nel primo e nel secondo caso vinco. Si tratta di due eventi incompatibili, perciò posso sommare le due probabilità 1/2 + 1/12 = 7/12. Avrei potuto trovare il complemento ad 1 della probabilità dell'evento opposto (CB), in cui perdo: 1-5/12 =7/12.
Esercizio 3.4 Un sacchetto nero contiene 2 biglie rosse e 5 nere. Ho scommesso di riuscire a prendere due biglie di colore diverso, con due pescate consecutive senza reimbussolamento. Dopo aver estratto la prima biglia, sbirciando attraverso la mano, non perfettamente chiusa, vedo che è rossa. Quale probabilità ho adesso di vincere la scommessa?
Sapere che la prima biglia è rossa potrebbe sembrare un dettaglio irrilevante. Se voglio avere due biglie di colore diverso è ovvio che una delle due dev'essere rossa. Tuttavia, senza tale informazione, dovrei considerare tutti e due i possibili casi favorevoli all'evento:
|
- la prima è rossa e la seconda è nera: p(R)×p(N|R)= (2/7)×(5/6)= 5/21
- la prima è nera e la seconda è rossa: p( N) × p(R|N) = (5/7) × (2/6) = 5/21
Essendo i due eventi incompatibili tra loro, la probabilità si ottiene, per il principio di addizione, sommando quella di ciascuno dei due eventi:
p = 5/21 + 5/21 = 10/21. |
Sapendo invece, che la prima biglia estratta è rossa, si dovrà eliminare l'intera parte destra del grafo. Lo spazio campione si riduce ai soli rami terminali di sinistra. Per avere due biglie di colore diverso basterà che la seconda biglia sia nera e tale probabilità vale 5/6, che è maggiore di 10/21.
Esercizio 3.5 Sto per procedere all'estrazione della prima biglia, dal sacchetto descritto nel problema precedente. L'estrazione di una biglia rossa è 2/7. Prima che si proceda all'estrazione, un bimbo allunga una mano, prende una biglia e scappa, senza che si riesca a vedere il colore della biglia rubata. Siamo certi che manca una sola biglia, poiché ognuna pesa 10 grammi e una bilancia indica esattamente 10 grammi in meno. Qual è ora la probabilità di estrarre una biglia rossa?
Occorre valutare le seguenti due possibilità:
- il bimbo ha preso una biglia rossa
- il bimbo ha preso una biglia nera
Per ciascuna delle due possibilità (primi due rami del grafo) occorre valutare le probabilità relative all'estrazione della biglia rossa. Valutiamo caso per caso le singole probabilità dei due eventi
- la probabilità che il bimbo abbia preso la biglia rossa, non avendo avuto possibilità di vedere il colore, è 2/7. A questo punto restano 6 biglie, di cui 1 rossa. La probabilità di estrarre la rossa è p=(2/7)×(1/6)=1/21
- la probabilità che il bimbo abbia preso la biglia nera è 5/7. A questo punto restano 6 biglie, di cui 2 rosse. La probabilità di estrarre la rossa in questo secondo caso è p=(5/7)×(2/6)=5/21
I due eventi ora considerati sono incompatibili tra loro (infatti, il bimbo può aver preso o la biglia nera o quella rossa), quindi l'estrazione di una biglia rossa, per il principio di addizione, ha probabilità (1/21) + (5/21) = 6/21 = 2/7, esattamente quella che avevamo calcolato prima che il bimbo sottraesse la biglia. E' veramente sorprendente: la probabilità di estrarre la biglia rossa non è stata modificata dal fatto che il bimbo abbia sottratto una biglia. Si tratta perciò di un caso insospettato di due eventi indipendenti.
Si può riflettere sul fatto che, non sapendo di che colore fosse la biglia rubata, non potevamo modificare lo spazio campione e quindi la probabilità doveva restare la stessa.
Le cose non stanno però sempre così. Vediamo l'esercizio seguente.
Esercizio 3.6 Abbiamo ancora lo stesso sacchetto dell'esercizio precedente. Questa volta però il bimbo arriva con una pallina stretta nel pugno e la mette nel sacchetto insieme alle altre. Sappiamo che in casa vi sono solo biglie rosse o nere. La bilancia ci conferma che è stata aggiunta esattamente una biglia, ma non sappiamo di quale colore, salvo che dev'essere rossa o nera. Qual è ora la probabilità di estrarre una biglia rossa?
Forti dell'esperienza fatta nel problema precedente, siamo pronti a dire "E' la stessa di prima: 2/7!"
Questa volta, tuttavia la situazione è diversa: non sappiamo quale biglia abbia trovato il bimbo. Sappiamo che in casa ci sono solo biglie rosse o nere, ma non quante ce ne sono di ciascun colore. Dobbiamo perciò assegnare probabilità 1/2 ai primi due rami che indicano le due possibilità della biglia aggiunta dal bimbo. La probabilità dei rami successivi ( nei quali le biglie sono diventate 8 ) dipenderà ovviamente dal colore della biglia aggiunta per ipotesi.
| Abbiamo così:
p(RR) = (1/2) × (3/8) = 3/16, se il bimbo ha aggiunto una biglia rossa,
p(NR) = (1/2) × (2/8) = 1/8, se il bimbo ha aggiunto una biglia nera.
Sommando le probabilità dei due eventi si ha p= 3/16 +1/8 = 5/16 che è leggermente maggiore di 2/7. |
I tre esercizi precedenti ci fanno capire che il calcolo delle probabilità può presentare "trappole" logiche e che, prima di dare risposte, occorre valutare bene tutte le ipotesi ed i casi che ne derivano.
Facciamo un ulteriore esempio.
Esercizio 3.7 Un prestigiatore (altrimenti detto mago) ha fatto preparare tre carte prive di dorso, con il segno della carta riportato su entrambe le facce. La prima ha un asso di picche su entrambe. La seconda ha un asso di cuori su entrambe. La terza ha un asso di picche su una faccia ed un asso di cuori sulla faccia opposta.
Dopo aver nascosto le carte, il mago ne prende una e la depone sul tavolo. E' visibile una delle facce, supponiamo un asso di cuori. A questo punto il mago ci chiede di indovinare la faccia nascosta. Rifletto un po' sulla situazione: "Sto vedendo un asso di cuori. E' escluso quindi che si possa trattare dalla carte picche-picche. Restano sono solo due possibilità: la carta cuori-cuori o quella cuori-picche. Il gioco mi sembra equo, poiché ho una probabilità su due di indovinare". Scelgo "picche". Il mago mi propone allora di scommettere 50 euro. Se accetto la scommessa quale probabilità ho di vincere? Sembra di aver già risposto: è 1/2. Le cose non stanno però così (c'era da scommetterlo, se non ci fosse stata già un'altra scommessa in atto!).
| Non dobbiamo dimenticare che le tre carte hanno ciascuna due dorsi. Si hanno quindi 6 diversi casi, come si vede nella figura a lato, in cui la riga in alto presenta i sei possibili casi della faccia in vista e la seconda riga le rispettive facce coperte.
Dato che si vede una faccia di cuori, debbo eliminare i tre casi in cui compare quella di picche. Ne restano tre: due che hanno cuori anche sulla seconda faccia ed uno che ha picche. Purtroppo ho scommesso sull'evento "picche" che ha probabilità 1/3 di vincere, contro 2/3 di cui dispone il mago. Mai fidarsi dei maghi! |
Esercizio 3.8 Il Cavaliere di Méré pose al matematico Pascal il seguente quesito sul gioco dei dadi: "L'uscita di un 6 lanciando quattro dadi dovrebbe avere la stessa probabilità di avere almeno una coppia di 6 lanciando per 24 volte una coppia di dadi. Come mai il primo evento sembra verificarsi invece con maggiore frequenza del secondo?"
Il Cavaliere aveva probabilmente ragionato in questi termini: la probabilità di fare 6 con un solo dado è 1/6. Con quattro dadi avrò 4 ∙ (1/6) = 2/3. Una coppia di 6 nel lancio di due dadi ha invece probabilità 1/36. Ripetendo per 24 volte il lancio di due dadi avrò 24 ∙ (1/36) = 2/3. Quindi la probabilità dei due eventi è la stessa.
Il Cavaliere aveva commesso l'errore di sommare 4 volte o 24 volte la probabilità di un singolo evento, come se si trattasse di eventi incompatibili ( vedi formula (1) § 2.2). Viceversa, l'uscita di un sei o di una coppia di 6 in un lancio non è incompatibile con le successive uscite del 6 o della coppia di 6 nei successivi lanci. Inoltre cosa avverrebbe se si lanciassero 7 dadi? Con il criterio del Cavaliere si avrebbe p=7/6, in assoluto contrasto con la regola fondamentale che p non può essere maggiore di 1. Anziché districarci tra i 16 rami dell'albero relativo al lancio di 4 dadi e gli oltre 16 milioni di rami relativi al lancio di 24 coppie di dadi, alla ricerca di quelli favorevoli ai rispettivi eventi, è meglio tener presente che l'evento "Esce almeno una volta" è l'opposto di "Non esce neppure una volta". Se trovo la probabilità di quest'ultimo evento, basterà calcolare il complemento ad 1 del valore trovato. Procediamo:
La non uscita del 6 in un lancio ha probabilità 5/6. La non uscita per 4 lanci consecutivi, sarà (5/6)4 = 625/1296 » 0,48. La probabilità dell'evento opposto "Esce almeno una volta un sei" è pertanto circa (1-0,48) = 0,52.
La non uscita di una coppia di 6 nel lancio di due dadi ha probabilità 35/36. La non uscita per 24 volte consecutive ha probabilità (35/36)24 = (0,97222...)24 » 0,52. La probabilità dell'evento opposto "Esce almeno una volta una coppia di sei" ha perciò probabilità circa (1-0,52) = 0,48 .
Ecco dunque spiegata la piccolissima differenza a favore del primo evento, che solo un accanito giocatore come il Cavaliere poteva scoprire, sia pure senza capirne il motivo. Le menti eccelse di Pascal e di Fermat (che ebbero al proposito un intenso scambio epistolare), poste davanti al problema, trovarono ovvviamente la stessa soluzione. Ma risultato più importante del loro lavoro è che esso segna storicamente la data di nascita del Calcolo delle Probabilità un nuovo ramo della matematica, che doveva fare passi da gigante nei secoli successivi, rivelandosi un modello molto efficace per spiegare la gran parte dei fenomeni naturali.
|